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Pubblicata il 01/05/2004
Ho perso
il brillare d' occhi
unici riconoscenti
dell' odore tuo

Amore,
invano scavo buche
di speranza
porgendolo loro
le vesti logorate
di assetati gemiti

Evocano echi
di sesso intimo
oramai solitaria illusione
di perpetua spirale
consapevole
del non più passato

Volerti ora
mai più,
allora la vita
incastonata
nelle mani tue
sapeva di brezza
confusa
a sangue coaugulato

Rabbia
impotenza
maliconconia
perseverano
solchi lenti
e ammalianti
in mio pube
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non si puo' non commentare questa poesia che ha vinto la sfida con le maglie della censura e che rammenta uno dei centri dell'amore la fisicita' dell'amato ci manca lavoce la bocca ma anche il pene e la vagina... Da un punto di vista stilistico la parola pube che conclude lz poesia e' bruttarella assai, prferibile ventre o grembo... Complimenti anche per il coraggio Umberto

il 02/05/2004 alle 17:27

pensavo di non superare la censura e...
;o)
grazie per il tuo commento

il 04/05/2004 alle 15:39