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Pubblicata il 30/04/2004
Scomposta la mia pelle
si lascia assaggiare,
è il peccato che va perpetuato
fino all'ultimo sorso di vita.
Sa di mandorle e miele,
sapore che sfuma
nel suo pallore di luna,
luce che si insinua
in ogni piega
e sciaborda poi
negli argini insicuri
di altre latitudini.
Tu amore mio
intrepido marinaio
navighi lento
e dolce poni
nuovi confini.
Sarà il mio dicreto collinare
di forme e voluttà
o quel sorriso ingenuo
che cela il trascorrere del tempo,
ma tu rimani
ancorato a me
in un groviglio di mani
dimentico del ritorno.
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una bellissima composizione, ma tu non sei anche su s.com?

il 01/05/2004 alle 10:12

Piena di elegante eros questa tua, ricercata nel lessico e nella misura. Bellissimo il concetto dei nuovi confini tracciati dall'amato. Resti la mia preferita. Baci sconfinati Umberto

il 01/05/2004 alle 11:20