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Utente eliminato
Pubblicata il 26/04/2004
Quando sul far della sera
io t'incontravo,
sobria una luce scarna
che ribrillava
da quel lampione,
e dell'amica luna,
uno spicchio
ci sorrideva.
E io lo sapevo
che il cuor mio palpitava
di sensazioni eteree,
e il tuo viso s'intensificava
nella mia mente,
piu' bello e splendente
che la realta' vera.
Forse fu la magia
di quelle notti,
che un velo sottile
nascondeva.
Forse fu il brusio del mare,
diapason d'amore cortese.
Forse fu il vento malandrino,
ma io mi trovai attinto,
avvinto, e le mie radici
penetravano al profondo,
nell'alcova morbida
ove il desiderio
si coniugava con l'eros pandemio.
Ora a distanza di tempo,
tanto da non ricordarmi quanto,
rammento solo il tuo profumo,
l'eco delle tua voce mi torna,
tanto in tanto nella mente.
Forse non ricordo neanche piu'
il tuo nome.
Che importa?
Ti chiamavi "amore "
un nome dolce e malandrino,
nel quale mi vorrei inebriare
ora e sempre nelle "lupanare"
che il cuor mi rende.

Occam
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Quanto sei meraviglioso, Lamberto caro, quando apri il cuore e lo fai parlare, quando parli d'amore, in un connubio di dolce sensualità, radicato dentro te, palpitante sempre e capace di attraversare l'etere e raggiungermi fino a emozionarmi... Amore, questo è l'unico nome che devi ricordare e possedere fin nel profondo, fino ad inebriarti e ad inebriare...
Stupenda poesia amico mio, stupendo momento d'immersione...
Una marea infinita di baci soleggiati, nel tepore di un abbraccio forte
Ema

il 26/04/2004 alle 13:23

complimenti per la profondita'..................

il 27/04/2004 alle 00:48