PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 26/04/2004
Visto da lontano
mi parve un'officina
dove si fa l'ultima scelta
del salvabile

Privo di giardino
con qualche albero quà e là
come una follia provvisoria

Mi colpì una gazza
che passeggiava
sul tetto delle macchine
e come a voler narrare l'anima
del posto
distante dall'uccidere
dal salvare, dal creare
il tutto confermato
dai veloci passi
e dall'abulìa dei volti
come fuori da un tempo
che non li voleva

Entrammo nella hall
vidi due portieri
che nel dormiveglia
si omaggiavano la noia

Accompagnai m ia madre
e nell'attesa la invogliai
a sedere su una panca
che sembrava una metafora
orientale del precario
ovvero della vita intesa
come sosta scomoda
per andare incontro al dolore

Finalmente
uscì un'infermiera
truccata
con la faccia promossa
dal suo gioco d'anche
....ci allungò un foglio
e riqualificò le sagome
con un numero d'attesa
per spronare la memoria
della conta fuori dalla noia
e alleggerire qualche destino

Alla fine mi dissi
oh morte!
quando mi chiamerai
fallo direttamente
sernza farmi passare
per l'inferno di quella
sala d'attesa
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dal volume: voci dall'inferno
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