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Pubblicata il 24/04/2004
Unisono di brughiera e coltri vaporose.

“Per solo occhi e refoli di vento”

Questa mattina a posta sono ripassato dalla strada che sai,
era presto ed il sole non era ancora sbucato da dietro gli alberi
ma il cielo già lo annunciava e l'orizzonte era infuocato da quella notizia
sono passato apposta per riempirmi gli occhi di immagini e portartele
come acqua tra le mani e rinfrescarti con queste il volto che sapevo
ancora disteso dalle ultime briciole di un sonno senza sogni ma sereno
di un consapevole e fiducioso abbandono, ti vedevo tra le tue coperte vaporose
i capelli sparsi sul cuscino ancora come pettinati quasi che anche la scompostezza del sonno riservasse per te una fiera presentabilità, un braccio scoperto sotto la nuca
l'altro poggiato sul grembo a sentirti ed a trarre confidenza da questa sensazione del tuo corpo.
Ed io vicino allo stagno fluorescente del sole ancora assente con i raggi a raso
A sfiorare l'acqua e colpire le stoppie rinsecchite dai geli passati che si riflettono
Sulla superficie scura ad ogni increspatura di zampe palmate di folaghe e anatre di passo
su tutte un figura bianca si stagliava nella sua fragilità su tutto e adorna esile fierezza
nella sua rituale ricerca si cibo, in una luce acida e irreale per piume e penne così immacolate,
Airone sottile ed esile piantato su impercettibili zampe su quella tavola nera e crepata di luce radioso, il collo piegato ad esse, becco e testa leggermente chinate alla ricerca di bocconi
sulla superficie o appena sotto, immobile nel suo inesorabile agguato a insetti d'acqua.
Rinchiudo questa immagine tanto reale da sembrare finta negli occhi ,
e quelli della mente di occhi, ancora corrono a poggiarsi sui tuoi capelli sparsi
e sulla linea dei fianchi in vigile abbandono nell'ultimo sorcio di sonno
con una brezza di fellings che ti raggiungono e che ti fanno leggermente rabbrividire
e tu ritrai il braccio dalla nuca, rannicchi le gambe e ti volti di lato
entrambe le mani sul grembo ed socchiudi gli occhi e senti lo spessore di quegli stessi raggi di sole
ancora impigliato dai rami nella mia brughiera accarezzarti il volto
che immergi nelle coperte come vedessi anche tu quel candido airone
che stavo porgendo coi miei, ai tuoi occhi.

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Un esordio fascinoso sin dal titolo. E poi un silente sfumare di sensazioni, emozioni delicate, in un tutt'uno con la rappresentazione naturalistica che offri come specchio del sentire, come una pacata e vivida finestra cui l'altro affacci ad ascoltare nel quieto incanto della tua parola. Coinvolgente Sergio! Verso la fine...è scappato un "sorcio" di sonno. Immagino un refuso, forse era "scorcio" :-) Tuttavia se così non fosse...l'immagine sarebbe altrettanto limpida e ancor più.....una invenzione riuscita :-)
Buon fine settimana!
Max

il 24/04/2004 alle 16:08

Mi rammarico per il sorcio sgusciato tra le dita,
ma sono contento che le immagini catturate dagli occhi per altri occhi abbiano trovato nel tuo sentire
coinvolgimento e apprezzamento.
I tuoi commenti sono sempre un coronamento attento e prezioso ed i versi ne risultano a loro volta impreziositi
Grazie MAX
Sergio

il 26/04/2004 alle 19:15