Unisono di brughiera e coltri vaporose.
“Per solo occhi e refoli di vento”
Questa mattina a posta sono ripassato dalla strada che sai,
era presto ed il sole non era ancora sbucato da dietro gli alberi
ma il cielo già lo annunciava e l'orizzonte era infuocato da quella notizia
sono passato apposta per riempirmi gli occhi di immagini e portartele
come acqua tra le mani e rinfrescarti con queste il volto che sapevo
ancora disteso dalle ultime briciole di un sonno senza sogni ma sereno
di un consapevole e fiducioso abbandono, ti vedevo tra le tue coperte vaporose
i capelli sparsi sul cuscino ancora come pettinati quasi che anche la scompostezza del sonno riservasse per te una fiera presentabilità, un braccio scoperto sotto la nuca
l'altro poggiato sul grembo a sentirti ed a trarre confidenza da questa sensazione del tuo corpo.
Ed io vicino allo stagno fluorescente del sole ancora assente con i raggi a raso
A sfiorare l'acqua e colpire le stoppie rinsecchite dai geli passati che si riflettono
Sulla superficie scura ad ogni increspatura di zampe palmate di folaghe e anatre di passo
su tutte un figura bianca si stagliava nella sua fragilità su tutto e adorna esile fierezza
nella sua rituale ricerca si cibo, in una luce acida e irreale per piume e penne così immacolate,
Airone sottile ed esile piantato su impercettibili zampe su quella tavola nera e crepata di luce radioso, il collo piegato ad esse, becco e testa leggermente chinate alla ricerca di bocconi
sulla superficie o appena sotto, immobile nel suo inesorabile agguato a insetti d'acqua.
Rinchiudo questa immagine tanto reale da sembrare finta negli occhi ,
e quelli della mente di occhi, ancora corrono a poggiarsi sui tuoi capelli sparsi
e sulla linea dei fianchi in vigile abbandono nell'ultimo sorcio di sonno
con una brezza di fellings che ti raggiungono e che ti fanno leggermente rabbrividire
e tu ritrai il braccio dalla nuca, rannicchi le gambe e ti volti di lato
entrambe le mani sul grembo ed socchiudi gli occhi e senti lo spessore di quegli stessi raggi di sole
ancora impigliato dai rami nella mia brughiera accarezzarti il volto
che immergi nelle coperte come vedessi anche tu quel candido airone
che stavo porgendo coi miei, ai tuoi occhi.