PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 22/04/2004
Nuvole di fumo
dalla collina più lontana
come piccole sillabe
s’alzano lente
tra lenzuola cremisi
di un sole di prateria
che si va appisolando.
Parole cifrate
che sol la mia anima
purtroppo comprende
seguendone il volo
nel vento di sera colorato
e i pensieri cavalcano
fin là…distanti dal corpo
e niente li può fermare.
Poi tutto scompare
nelle fauci della calante notte.
Di quei brevi messaggi
due trecce scure rimangono
stritolandomi il cuore
due pagliuzze restano
dei suoi grandi occhi
che vagano piangendo
in cerca di conforto.

Devo correre!
Scivolo dal pendio solcando
con le unghie la terra
in una folle discesa
mentre la tribù mi fissa,
curiosa,
come se…Crazy Horse
fosse tornato fra loro
reincarnatosi in un orso.

Saby 2004
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ti lascio un mio abbraccio e un mio sorriso:-)
Mary

il 23/04/2004 alle 18:57

Caro Lamberto, il tuo commento è assai gradito perchè hai recepito le due facce di questa mia un po' strana poesia, ma come tu ben sai qualcosa devo rimanere nascosto dentro chi la scrive. Posso dirti che la collina può essere lontana sia nei luoghi sia nel tempo e i "segnali di fumo" sono cose che vengono recepite con lo stato d'animo rivolto a emozioni che ti colpiscono quando meno te lo aspetti e ti fanno impazzire, perchè vorresti fare qualcosa per alleviare il tormento di qualcuno, ma barriere insormontabili ce lo impediscono. Ed ecco il distacco spazio-tempo della 2° parte dove io cerco di accorrere a quel richiamo d'aiuto. Forse non son stato chiaro,ma l'argomento è difficile ed ecco perchè ambientata in un paesaggio da Far-West come se una indio volesse tagliare i ponti col passato cercando di sembrare una bianca sacrificando le lunghe trecce. Vedi è difficile credere che in un pezzo all'apparenza semplice ci sia molto di più...molto di più e solo ad un amico sincero mi son sentito in dovere di espellere un po' di pensieri. Sono un po' indaffarato, ma presto verrò a leggerti.
Un abbraccio affettuoso e fraterno
Cesare

il 23/04/2004 alle 20:32

Ed io li prendo e li metto in cassaforte cara Mary.
Un abbraccio
Cesare

il 23/04/2004 alle 20:33

Ed io li prendo e li metto in cassaforte cara Mary.
Un abbraccio
Cesare

il 23/04/2004 alle 20:33

Cara Tina, ti ringrazio di cuore della tua gentilezza sincera, sai a volte le poesie lasciano troppo poco trasparire gli stati d'animo, i pensieri, gli accostamenti di vicende,ma tu,che mi conosci come una vera "sorella", son sicuro che avrai colto ciò che dimora in fondo al mio cuore.
Un abbraccio grande grande
Cesare

il 24/04/2004 alle 11:03
Jul

Naturalmente non è così, ma l'ambientazione mi ha riortato a quel bellissimo film "Un uomo chiamato cavallo" interpretato magistralmente da Richard Harris. Caro Cesare, siamo tutti in un momento della vita costretti a cambiare vedute, opinioni e certezze; arriva il momento che bisogna trasformarsi in "cavallo" o, se preferisci, in indiano (e con questo non intendo far l'indiano, nel senso di ignorare le cose ) ed a volte l'incomprensione non dà il tempo per il cambiamento. Siamo tutti cavalli nella prateria e la corsa presenta innumerevoli ostacoli.
Ti abbraccio,
Giulia

il 24/04/2004 alle 13:06

Bellissimo il film da te citato,Cara Giulia, ma sinceramente il tuo commento mi mette un po' in confusione, anche se bellissimo!!!
Un abbraccione
Cesare

il 24/04/2004 alle 14:59