Albero di stelle bianche
nutrite
dalla voce dell'oceano
in una lunga estate
incorri,
alla voce
nessuno si può
opporre...

Distanze percorse
veleggiando
di isola
in isola
alla ricerca
di ciò che non ho
ancora trovato,
la verità che non mi
è stata, purtroppo,
rivelata...

Barcollo
nell'insicurezza
di una vita materiale
che mi avvelena
lo spirito...

Sforzandomi
di comprendere
l'inafferrabile,
ciò che spesso
gli occhi umani non vedono,
a me appaiono
come familiari,
incubi e sogni,
abitanti della mia notte...

Ali della libertà
offuscate e incenerite
da desideri materiali,
inferno della mia
immortalità spirituale...

Riflessi
di passione
nati da capricci divini,
angeli invocati in aiuto
alle preghiere dei guerrieri
impotenti di fronte
al massacro dell'umanità...

Montagne di
cadaveri insanguinati
con le orbite svuotate
dalla volontà
di lottare
per amore dei loro cari
per vederli sorridere
un giorno ancora
correndogli incontro
nei campi Elisi,
senza dolore
nè sofferenze...

Ma il dardo distruttore
é stato scoccato
dal Caos
su questo mondo infame,
indegno di
grazia divina,
meritevole d'ira
troppe volte trattenuta
dal Giudice universale
che prova pietà
delle sue infelici
creature,
servi incatenati
al male radicato
nei loro cuori
ormai da troppi secoli