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Utente eliminato
Pubblicata il 22/04/2004
Mi chiamavano con nomi diversi
Avevo una vita tranquilla, scrivevo
Poesie in un tranquillo paese inesistente.
Ora non ho più tanti nomi, non ho più
Una vita tranquilla, abito in un paese
Distrutto dall'anima dell'uomo killer,
L'unica cosa che mi resta è la mia
Penna, le poesie che scrivo ancora.
Un uomo non sono più, un letto è
Stato aggiunto dal buon iddio, mi
Chiamano angelo vendicatore; combatto
Una guerra con un fiore e una penna.
Jonh Doe adesso è il mio nome, uno
Dei tanti che non hanno identità, un
Un corpo massacrato così atrocemente
Che non si può leggere il proprietario.
La rabbia e la vendetta sono il mio conforto,
Una vittima di un killer nato sono stato.
Se vittime lo siamo tutti, anche killer siamo tutti.
Una mente perversa ho incontrato e J.D.
Sono diventato. Credo solo a chi afferma
Che l'uomo è fondamentalmente cattivo.
Si eleggono a giudici con tribunali propri,
Condannano ed eseguono la condanna in
Funzione della propria "ragione". Anime perse
Vagano alla ricerca della loro vendetta.
Contro chi? E contro cosa? Solo loro sanno.
Come difenderci da noi stessi è la domanda,
Hanno cercato in molti di trovare una risposta
Tutti col medesimo risultato: l'uomo è questo.
Finisco col dire, a tutte le vittime, come me,
Che finita la rabbia e la vendetta resta sempre
Il rammarico di una vita persa per colpa di
Qualcun altro. Addio miei compagni di vendetta.
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