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Pubblicata il 20/04/2004
Fiore di campo era
ma anzichè in un prato, per uno sbaglio nacque in un giardino.
Venne primavera, sbocciò il giglio sbocciò la rosa,
nel cuore del giglio già sbocciava un'altra cosa
era l'amor, l'amor per quella rosa
subito ei la chiese in sposa.
Il suo stelo più che potè verso di lei protese
ed arancione un pò dall'emozione, così le dichiarò:
Rosa, rosellina del mio cuore
stamane appena sveglio ti ho guardato
con quel visino da gocce di rugiada incoronato
di te sono innamorato, del tuo profumo inebriato,
come vorrei sfiorar quelle tue guance rosa e vellutate!
Nel dir ciò le sue verdi foglie tese
ma lei dei fior regina era dal cuor spinoso e pur
scortese
sdegnata rifiutò quell'ambasciata
con le sue dure spine lo ferì.
Ma quel dolore è ormai passato
perchè il giglio innamorato
la lezione ora ha imparato.
Nell'amore non basta la bellezza
ci vuol calore, comprensione, tenerezza,
ci vuol del tempo per conoscere il suo cuore.
Non dochiarate amor a chi ancor non conoscete
non conviene amici miei più cari
ridere oggi per piangere domani!
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Ho appena letto una composizione in cui sono stati usati un falco e una rondine per parlare di un dramma che è vita vera e inaccettabile....lo stesso hai fatto tu usando una rosa e un giglio per parlare di una cosa che a tutti ha toccato...almeno una volta nella vita....
scritta bene, sotto forma di storiella, che si lascia leggere con fluidità....
brava
Mary

il 21/04/2004 alle 19:18