PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/04/2004
Sono qui e fuggo
dai troppi numeri
da computare
e da file di carte
che mi assediano i giorni.
C'è la polvere velenosa
che si insinua dentro
e l'inchiostro nero
che sa di prigione,
ed io avvolta in un pensiero.
Non guasterò la primizia
in parola,
meglio che dorma cullata
nel silenzio di una riflessione.
Deve essere frutto
di speranza per l'oggi
senza in grembo
l'ansia di domani.
Partorirò una stella
da una questa bocca socchiusa
incurante del travaglio del cuore.
Lo so, medito e prometto
forse vaneggio felicità perdute,
o forse solo cerco
un attimo di pace.
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Ma cosa ha questo presente che non può essere vissuto? Stelle sono i tuoi versi levigati come quei sassi bellissimi lucidati dal mare........ Un bacio scrivimi dai
Umberto

il 15/04/2004 alle 11:54

Per dirla a mo' di "Quelo": la secoonda che hai deetto!! La felicita' non e' mai perduta se la si sa far riemergere, anche dal nulla! Basta poco!
Sei impiegata o qualcosa del genere?? Beh, posso immaginare cosa dev'essere vivere la solita routine tutti i giorni senza riuscire a trovare stimoli esterni...
pero' ti resta sempre la poesia no? E che poesia! Scrivi benissimo!! :-)
Baci.

il 15/04/2004 alle 13:09

Mediti e ricerchi in realtà la vita cara poetessa dall'ansia vissuta. La tua poesia più che la fuga dalla realtà, mi sembra un tentativo di affermare l'urgenza di una costruzione mentale, di uno schema di ragionamento, di un pensiero, che sia il nuovo vivere di domani, la soluzione vincente per il mediocre presente. Belli i tuoi versi che rendono chiara un'aria di ufficio in contrasto con la forza intellettuale del pensiero umano.

il 21/04/2004 alle 22:20