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Pubblicata il 22/01/2002
Quella mattina sentivo una grande emozione.
Era incontrare te nuovamente: una sfida.

Tu con un ciao, una battuta ironica
e io… l’accenno di un sorriso,
mascherata freddezza.
E poi evitarti di continuo,
sentire la tua voglia di parlare
scontrarsi con il mio celato silenzio.
Con impassibilità,
con finta apatia
rifiuto ogni tuo invito
e il mio sguardo
nasconde una supplica sentita:
estraniarmi da te.
E’ un’emarginazione forzata,
ma necessaria
per alleviare quest’erosione dell’animo.

Forse hai inteso qualcosa
quel dì,
ma senza motivazioni
so che non mi lasci così.

E quest’inverno sconto le mie pene:
l’aria gelida frantuma i sogni
sulle ali di un vento disidratante.
…E penso alla vita
…a cos’era l’amore
l’abbandono di oggi
pure l’amicizia finita
buttata lì
su una lastra di ghiaccio
scivola via e non s’arresta
si raffredda
si spegne
senza parole.

Mentre solo l’angoscia
mi pervade qui,
abbandono il presente,
penso al futuro
strascicandomi il macigno del passato
e so che questi vividi ricordi
non appassiranno nella mia mente.

Soprattutto,
non dimenticherò
questo male apparente
che oggi rendo a te e a me.

Ora comprendo
che pur se quest’avventura
mi appare senza fine
in fondo resta un momento:
una pagina di diario
accartocciata,
lacerata
e inchiodata
alla mia vita.
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