Il cielo tuonava,
s’illuminava al bagliore dei lampi
mentre la pioggia cadeva scrosciando sui tetti.
Nella mia stanza vuota
riecheggiava ogni tuono
e la fulminea luce dei lampi
guizzava tra le spoglie pareti.
Ascoltavo in silenzio,
appoggiato sul davanzale della finestra
e seguendo lo scivolare inarrestabile delle goccioline
sui vetri appannati.
Quel rumore incessante,
il trambusto della natura,
mi avvolgeva l’animo spaventato
come in cerca di protezione.
Le nubi,
pesanti e grigie,
tuonanti e maestose,
come dei giganti sospesi nel vuoto,
non reggendo più il loro peso, affannosamente,
sprofondavano sempre più a valle
e si svuotavano
versando migliaia di goccioline.
Poi, un vento si alzò.
Trasportò con sé i giganti del cielo
e in un attimo,
uno squarcio di cielo turchino…
un raggio di sole…
e ritornò il sereno.
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