LA NOTTE
Ecco io vado errando
senza metà
e tutto di scuro sentore
il mio manto ricopre.
Traggo dal silenzio.
come una vecchia arpia.
Superba e libera sciolgo
dalle funi che il giorno ha incatenato
la paura mia diletta,
fantasia della morte
per meglio godere,
le finzioni dell’umana potenza.
E gli uomini,
la cui scultura evoca una mano dotta
sono sciolti dal ticchettio assordante
che rievoca il tormento del buio
nel viso da fanciullo.
Ed il passo si fa febbrile
tra le vie deserte,
e il tuo terrore mi da diletto,
mentre il mio pensiero
assume la virtù dell’oppio
quando ancora
,come omaggio alla vita,
il giorno avanza.
Ecco sovviene la notte
che tutto di scuro sentore
il suo manto ricopre.
Superba e libera fantasia della morte,
la notte
per meglio godere le finzioni della sua speranza