non è che abbia capito il vero senso..ma suona bene, almeno la seconda parte più comprensiva..quindi un abbraccio
pasqualino ed un ciao!
ac
grazie Tina, la poesia a volte è un misto tra visione ed incanto, come mi è successo in questa.
un abbraccio caro
Sulphur
Nella prima parte descrivo la visione di me che vedo lontana
all'orizzonte come vela latina (forma quadrata ed inclinata dal vento)
che si modifica al pari delle nuvole in forme che la vita impone e
questa continua trasformazione è la sola ed unica possibilità della mia
esistenza di poter amare la vita com'è di un amante, la trasformazione
di una essenza che non so descrivere, perchè di fatto vuota di
sgnificati concreti per la coscienza.
La seconda parte confronto queste emozioni-sensazioni con il
significato della Pasqua, del mondo esterno in cui non ritrovo la percezione che ne ho dentro e quindi sento "crocifisso", "morente", dove il mio risorgere o meglio rinascere sento compromesso così come "le genziane tra i pascoli della transumanza".
Tuttavia "quel tutto di me che è perduto", contro ogni logica, m'infonde una serenità completamente nuova (che descrivo come "solitaria esistenza").
Spero così di essermi chiarito dove, probabilmente, nell'impeto ho tergiversato.
un pasqualino abbraccio anche a te
Sulphur
la tua vela latina, colorata e tesa..non può alla deriva andare, ma in mari di genziane lasciarsi trasportare!!!!!!
:-) beso
Ohhhhhh! Mari di genziane! Quale meraviglie sai dirmi!
:-)
baci a te e se non ci sentiamo (io non ci sarò fino a mercoledì) Buona Pasqua!