PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/04/2004


Assorto
guardo lontano.
Orizzonte confuso
dove il cielo si perde.
Sto in silenzio
le mani appoggiate sul bordo
di questa mia nave
casa mai quieta
di un vagare insoluto
verso destino
che forse
sol di un sogno era Parto.

Il sole s'è alzato
sopra indistinta barriera
accende di luce ogni onda
come stella caduta
di notte
su gocce di brina.
La rotta più non ricordo
il passato un miraggio di pena
l'amore più volte rimpianto
un Dì non bastava
a fermare la scena.

Il vento ora s'alza
leggero
la vela risplende nel sole
l'onda ora sento
tagliare furtiva

profonda ferita
che non dà dolore.

Laggiù
fra la coltre di nubi
forse è il luogo
che mi vide partire.

Forse invece
s'è perso
e la casa che resta
è questo viaggio

dove il fine
è solo l'andare.


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Ah... il sogno di Ulisse è il sogno di tutti i poeti e Itaca è la patria vera o virtuale da raggiungere... splendida poesia, ma a te che sei un grande appassionato di musica degli anni '70 dico che con questi versi mi hai fatto tornare in mente quel gioiellino di canzone, intitolato, appunto, " Itaca ", scritta da Lucio Dalla in collaborazione con Sergio Bardotti. Un salutone.
Michele

il 06/04/2004 alle 17:52

...sai che non la conosco Michele...???
Tornare dopo tanto tempo e trovare
tutto come prima. Io non ci credo.
Per me e nessuno ci aspetta più
e la casa resta veramente un eterno viaggiare.

L.

il 06/04/2004 alle 23:40
Jul

Ogni luogo può diventare la nostra casa se infondiamo amore e pazienza.
Un caro saluto ed un augurio,
Giulia

il 08/04/2004 alle 20:52

...ma può diventare l'eterno viaggio
la nuova casa
un eterno vagare senza mai
punto dapprodo

Auguri anche a te Giulia
L.

il 09/04/2004 alle 00:46