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Pubblicata il 05/04/2004
Fotografia scagliata
in questo gelido vento
che ha svuotato le panche
e il vino nei fusti.
il curato dà l'ultimo colpo
alla tarchiata campana
anche se nessuno è sveglio
anche se nessuno è vivo.
Preparando mentalmente
il giorno dopo, si spegne
nel cupo della notte
contagiandosi nel silenzio
d'una fotografia in bianco
e nero.
Mentre vago, m'incontro
nella mia ombra apparsa
dallo sporadico chiarore
vitreo della luna
e gli corro appresso
e gli stringo le mani
in cerca d'un attimo,
d'una sola eternità.
Nelle viuzze secche,
stecche di ghiaccio sospese
come le mie lacrime
su questo viso di carne
inoltrato nell'ululato
del funesto Grecale.
Non ricomparirò qui
in questo incavo vuoto
dove ci sono ancora
culle fasciate all'uscio,
fasciate anche dal loro pianto.
Non ricomparirò nel nulla
di questa foto futile
in questo borgo mancato
di respiro e avvolto
senza voltarsi ad ironizzare
la sua sorte avversa.
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