Le tasche dei fiori selvatici annunciano
l’arrivo della primavera nella valle. Sin
da un tempo in riposo, questi intervalli
dei violetti e dei mughetti si intensificano
col colore arrampicandosi la collina.
Sotto loro, il colore della terra, che era
a maggese, diventa di più in più la terra
d’ombra. Intorno, le piume delle tacchine
svolazzano mentre i maschi beccano
il granturco dell’anno scorso. C’è
una mescolanza delle terraglie a color
bruno fulvo e dei giardini scolpiti
sparpagliati in lungo il colle. Un sentiero
dei sassolini moschettati in grigio cupo
stria verso il paese e contorna le sue mura
di granito per finire a una porta voltata.
Quando un scooter passa, soleva polvere
granuloso, poi ricade in un cortile vecchio.
La fontana, la padrona del cortile, la faccia
di marmaro sdegnata, schiuma e gorgoglia
quando uno sconosciuto si ferma davanti
poi lo caccia via con i suoi spruzzi
d’acqua. Una fetta di formaggio friabile,
le faccie lentigginose, un oggetto
di bronzo, una pergola sul punto
di fiorire; questa foto vivida che hai preso
per l’obiettivo grandangolare il marzo
passato dal nostro terrazzo d’albergo.