"Perchè io ti riperdo ad ogni invio
e non sei immagine"
Ritorno
alle sfuggenti mani,
austere chimere
che drogano il corpo
di doglie,
alla fragile terra
di questa primavera,
al pendolare dei venti
tra gli ulivi
quando sono infinito con loro
dentro il gocciolare umido della notte......
e mi riprendo, con un fatto certo,
il togliersi delle penombre spandersi
dall'apnea mentale di rami sfiancati.
La vita che mi coglie nel vuoto
mi fa essere più lare
che concretamente uomo
la pace di una preghiera
dove un cigno riposa
sull'acqua immota dalle pietre,
del mormorio ai sgorbiati rami
la mia esistenza
di luce fumicosa
che muggina come la tempesta.