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Utente eliminato
Pubblicata il 29/03/2004
Ti apristi un varco e ti inoltrasti
in un sentiero negato alla luce.
Fu così che ti riconobbi.
Ammirai il tuo coraggio ma volsi lo sguardo.
Intravedesti uno spiraglio e gioiosamente vi facesti capolino.
Fu allora che ebbi timore.
Ammirai la tua fiducia ma chiusi le mie mani.
Sfiorasti la mia anima con un tocco così lieve
da risvegliare la mia sete
antica come il mondo
e da cullare quella bambina che chiedeva di giocare,
ma da una vita guardava oltre quel vetro
con le mani aperte e appoggiate, gli occhi affamati
che inglobavano il Tutto,
quegli occhi e quelle mani
che oggi sono stanchi
e non osano chiedere,
ma vedono comunque, sentono nonostante tutto,
e riconoscono in te coraggio e fiducia
volontà di andare oltre e sfidare porte chiuse
e occhi spenti, mani inerti e voci mute.
Ed è così che ti riconosco, ma non so se saprò
scendere dalla torre, rinunciare al buio
che mi circonda da una vita
umido e languido come un grembo materno,
non so se saprò sopportare la luce forte e calda
riattraversare quel tunnel come feci
nel mio primo
giorno di vita.
Ogni nascita avviene per separazione, ed io
seppure assetata di luce e calore
temo quel soffio di vento
che scompiglierà la mia anima,
temo quella luce che esporrà indifesa
la bambina oltre il vetro
e la sua sete che dura da una vita.



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..la vita ò anche saper andare oltre l'illusione...
:-)
Luna

il 31/03/2004 alle 15:57