L'etra che s'abbuia di nero e silenzi
risuona respiri spauriti,
e note di tenebra ulula
il vento alle grigie brughiere
nascoste nell'ombra,
nel dì che rosso dispiuma
ria amara
e spenti sorrisi.
Tramontano sguardi di nebbia
quando rughe d'arancio
svelano agli occhi
l'antico che ancòra s'infinita
svegliando la notte,
fredda di luci,
e con fare paterno,
al pallido giorno
gli occhi gialli chiudendo;
ma stona quel fiore di sangue
che gocciola petali
e muore
i suoi giorni di dolore,
così,
solitario
e senza voce.