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Utente eliminato
Pubblicata il 29/03/2004
Sono quel che sono
in tutta la mia ingenua speranza.
Smarrita, sfiorata da un tenue raggio di luce,
vago nel deserto dell’incomunicabilità,
mi perdo nei meandri dell’irrealtà
in una dimensione soffusa
di nebbia e grigiore
che la cieca Fantasia
a tentoni nell’ipertempo
instancabile séguita ad alleggerire
con colori fissati da un fresco respiro di luce.

E mi smarrisco nel sonno dopo
mille risvegli fasulli
che già da tempo ormai
hanno impotenti bussato ad una porta-fortezza
inespugnabile
travestiti da lieti emissari
di gentile ed inattesa rinascita.

Sono quel che sono
in tutte le mie pesanti irresolutezze
in tutte le mie candide illusioni
in tutte le mie sfarfallanti ed oziose
fughe dalla realtà,
ciononostante ferma nel mio centro
di baluginanti sogni di evasione
che rincorrono a tradimento
qualsiasi grigia ferrea volontà di ragione.

Vago con la mente,
mi libero di me
ed entro in un nuovo presente
che involge in ripetuti nuovi inizi
Punti a Capo e disfatte maglie
nell’ordito tessuto di una vita assente.

Gioco con il Tempo
e so bene che orMai più mi scuserà.
Gioco con il Domani ed altrettanto so
che prima del solito in Ieri si trasformerà.
Sorrido amaramente in un eterno Presente
colorato delle tinte fissate dai respiri
di subdola Speranza
e ricattato dal Conto di un feroce Passato
che ride e si dimena rovistando
fra emozioni, che minaccia e si rivela
spiando da dietro i volti di chi non perdona.

Sono quel che sono e fuggo in un persempre
vago nell’oceano
della mia immobilità
e quando incontro l’Altro
e m’inoltro in un confronto,
quando vivo un desiderio
e mi immergo in un’ineluttabile
e prevedibile impossibilità
allora so per certo,
ancora una volta mi riscopro
vittima e carnefice di quel gioco spietato
che si compie intrecciando
i fili di una sfuggente e fasulla Umanità
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