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Pubblicata il 20/03/2004
...e dei miei sogni
che erano i miei,
i miei sogni per te
ornamenti da cestino.
Soltanto i tuoi
appesi alla vita
e alla pelle: diversità
tra il sogno e il vero,
tra la voce e il suono,
tra fegato e testa.
Nel mezzo sta il cuore
se mio, batticuore.
E se per questo
e per altro ancora
chi lacrime versa
non diventa uomo,
non guardarmi:
sono un piccolo uomo.

Marco
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insieme ai frammenti
del sogno che non c'è più
rimane la bellezza
del sogno che è stato
e che ha accompagnato
un tratto importante
del nostro cammino

e di cammino
ce ne è ancora...

un abbraccio.

il 20/03/2004 alle 20:23

Da qualche parte, in qualche foglio o in qualche cielo, una volta scrissi che la mia pelle è coperta di segni: i segni dei sogni miei. Ma i miei occhi verdi di segni, disegni, sogni e colori, non si stancheranno mai.
Un abbraccio anche a Te.
Marco

il 22/03/2004 alle 14:46

Sono nato lungo le sponde di un fiume, battezzato con un'ondata di rabbia. Schiumante contro il cielo. E le mie lacrime, almeno quelle, sono sempre state le mie.
Marco

il 22/03/2004 alle 14:48

Che bello Marco. Sai anche piangere!
Non ti devi vergognare, sai? Piangere non fa mica perdere la corona, a nessuno, neanche al più grande condottiero. E certamente non si diventa piccoli se si esternano i propri sentimenti.
Bravo! Sei veramente in gamba.

il 08/08/2004 alle 16:41