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Pubblicata il 18/03/2004

E’ sempre lì
Seduta su cassette
Vuote di frutta
Laura la stracciona

Giovane ancora
Gira nel vuoto
Occhi immensi
Impauriti
Persi al mondo
Rosa mancata
Porge una mano
Sudicia di dolore
Nera di lividi

Uomini corrono
Appesi a cravatte
La spingono
Lei gira
Si muove
Sbattuta
Scansata
Assalita

“Battona vattene
Levati,inzozzi l’angolo!… “

Laura rigira inquieta
Si siede alzando le spalle
Non ascolta da tempo
Si leva le scarpe
È stanca stanca
Si tocca i piedi
Sono stanchi stanchi
Senza più forze
senza colore
esangui privI di vita
Non sentono più
Da giorni scorrere linfa

Laura si accuccia
Abbracciandosi
Luride pezze
Vecchi giornali
Casa e letto

Mondo cadutole addosso
Ha ucciso il suo cuore

Libellula libera
Nei cieli solari di Sicilia
Volava ridendo
Contro il sole
Luminosa
Sperava
Credeva
Sognava
Mani d’amore
Gattino prezioso
Lei, per viso caro

Poi
Silenzio
Disillusione
Violenza
Stupro
Commercio di carne
Staffilate di sangue
Per cuore delicato

Esanime giacque
Amore incantato
Sognato
Desiderato
Bramato
Sprangato
Manipoli ubriachi
Uomini graffiati
D’odio
Stupidità
Violenza
Arroganza
L’essenza

Pianse Laura
Pianse tanto
Toccava il suo ventre
Maciullato da scarpe pazze
Gridava Laura
Gridava il bimbo morto
Quel suo unico sole

Impazzì Laura
Per gli umani persa
Errava per strade
Lucida nell’anima
ascoltava
Accucciata ora
Si stringe
Una lacrima
Riga in silenzio
Il suo viso zingaro
Un cane nero
Si accuccia ai suoi piedi
Una mano carezza
Occhi si incontrano
Barboni insieme
Si abbracciano alla morte

Mele marce
Colpiscono corpi esanimi
Commercianti irritati
Gridano ancora

“ Battona vattene,puzzi
La gente si scansa..!”

Nessuno ascolta

Laura in cielo
Sorride volando
Corre bianca di veli
Capelli rossi al vento
Danza libera d’aria
Zampetta felice
Cane nero
Gioia infinita
Li vela

Obitorio comunale
Scrive annoiato
“Battona morta sola
Incrocio via Marchese -
-Via Principe Alessio
Sconosciuti parenti
Ignoti dati anagrafici”

Sbatte forte
Sportello
Frigorifero
Aspetta
Fossa comunale
Da scavare
-Suolo pubblico -.



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E' di una trsistezza infinita. E ancora più triste è che se questa è una storia nel mondo reale di storie come questa ce ne sono tante. Storie di degrado e solitudine, pazzia ed emarginazione.
Fa pensare e già questo è tanto.
Ivan

il 19/03/2004 alle 00:01

è una storia vera ..stavano sempre a dormire lei e Principe (li ho pubblicati insieme per questo così come li ho scritti insieme ieri) davanti alla scuola che io dirigevo..li volevamo bene ambini portavano loro da mangiare e loro con i bambini erano felici ..avevo convinto pure igenitori..dal sindaco avevo avuto pure 2 letti per loro .fissi ..ma ciandavano solo quando c'era troppo freddo in inverno...laura era più nervosa..principe dolcissimo sempre ..per questo lo chiamavamo così--Dopo la moete di laura per 15 giorni lo vede,mmo scopare con una commozione che dilaniava l'anima lo spazio dove era morta laura..poi scomparve...e fu inutile cercarlo...è rimasto nel mio cuore come una stella laura la saluto e le parlo la notte a volte.....ciao ..irene

il 19/03/2004 alle 11:43

E' una storia triste, ma anche commovente. Di fronte a queste cose tutti i problemi sembrano così futili e inconsistenti.
Ciao, un abbraccio
Ivan

il 19/03/2004 alle 12:38

Grandissima lirica, cara Irene! Piena della trua consueta forza nel proporre il sociale, unita a creatività d'immagine: "Uomini corrono
Appesi a cravatte"
Baci
axel

il 19/03/2004 alle 13:16

molto vera e malinconica colma di immagini reali,
e purtroppo all'ordine del giorno.
Mi piace questo stile "sintetico" e crudo anche se questa la catalogherei in prosa.
Un abbraccio
M'

il 19/03/2004 alle 16:51

ciao ..sai sto combattendo lo scambio di voto.irene...sto controllando le letture solo per se stesse..ciao irene

il 22/03/2004 alle 01:03

Brava IreneGiulia. Hai saputo concentrare in questa poesia due aspetti fondamentali: Da un lato la poesia narrante, che cioè racconta senza retorica e con realismo la vita dei miseri, degli ultimi e più sfortunati; dall'altro, la poesia umanitaria e socialmente impegnata, pieno di grande significato umanistico e civile. Del resto, hai una vena narrante che oserei definire verista o con tendenze alla letteratura naturalista francese. Infatti, il racconto è pieno di perizia, mette in risalto il particolare e lo stato d'animo di laura, così come l'indifferenza della società. Parli degli ultimi che sono tali perchè condannati alla solitudine e alla miseria dalla società ricca e opulenta degli uomini. Non c'è sussulto ideologico, ne falsa retorica moralista nella tua poesia, ma attraverso il racconto poetico sai tramettere, comunicare, denunciare. Lasciatelo dire ti vedo in un futuro come poetessa sì, ma forse più come scrittrice e cronista della vita quotidiana. Del resto, concedimi un altro -sembra ardito-ma felice accostamento, con l'opera del cantautore genovese Fabrizio De andrè, che scriveva canzoni che parlavano proprio degli ultimi e, anche, se con tratti satirici, comunque con la stessa verità, perizia, tristezza terminologica che c'è in questa poesia. E lui parla di battone in "La canzone di Marinella, La città vecchia, Bocca di rosa, Via del Campo". Ascolta se puoi queste e altre canzoni di De andrè, capirai meglio tale accostamento.Ti assegno il mio voto e ti propongo uno scambio di giudizi, di idee e soprattuto di impressioni o di parole semplicemente, vista la tua intelligenza. Un bacione Serafico

il 18/04/2004 alle 22:24