E' di una trsistezza infinita. E ancora più triste è che se questa è una storia nel mondo reale di storie come questa ce ne sono tante. Storie di degrado e solitudine, pazzia ed emarginazione.
Fa pensare e già questo è tanto.
Ivan
è una storia vera ..stavano sempre a dormire lei e Principe (li ho pubblicati insieme per questo così come li ho scritti insieme ieri) davanti alla scuola che io dirigevo..li volevamo bene ambini portavano loro da mangiare e loro con i bambini erano felici ..avevo convinto pure igenitori..dal sindaco avevo avuto pure 2 letti per loro .fissi ..ma ciandavano solo quando c'era troppo freddo in inverno...laura era più nervosa..principe dolcissimo sempre ..per questo lo chiamavamo così--Dopo la moete di laura per 15 giorni lo vede,mmo scopare con una commozione che dilaniava l'anima lo spazio dove era morta laura..poi scomparve...e fu inutile cercarlo...è rimasto nel mio cuore come una stella laura la saluto e le parlo la notte a volte.....ciao ..irene
E' una storia triste, ma anche commovente. Di fronte a queste cose tutti i problemi sembrano così futili e inconsistenti.
Ciao, un abbraccio
Ivan
Grandissima lirica, cara Irene! Piena della trua consueta forza nel proporre il sociale, unita a creatività d'immagine: "Uomini corrono
Appesi a cravatte"
Baci
axel
molto vera e malinconica colma di immagini reali,
e purtroppo all'ordine del giorno.
Mi piace questo stile "sintetico" e crudo anche se questa la catalogherei in prosa.
Un abbraccio
M'
ciao ..sai sto combattendo lo scambio di voto.irene...sto controllando le letture solo per se stesse..ciao irene
Brava IreneGiulia. Hai saputo concentrare in questa poesia due aspetti fondamentali: Da un lato la poesia narrante, che cioè racconta senza retorica e con realismo la vita dei miseri, degli ultimi e più sfortunati; dall'altro, la poesia umanitaria e socialmente impegnata, pieno di grande significato umanistico e civile. Del resto, hai una vena narrante che oserei definire verista o con tendenze alla letteratura naturalista francese. Infatti, il racconto è pieno di perizia, mette in risalto il particolare e lo stato d'animo di laura, così come l'indifferenza della società. Parli degli ultimi che sono tali perchè condannati alla solitudine e alla miseria dalla società ricca e opulenta degli uomini. Non c'è sussulto ideologico, ne falsa retorica moralista nella tua poesia, ma attraverso il racconto poetico sai tramettere, comunicare, denunciare. Lasciatelo dire ti vedo in un futuro come poetessa sì, ma forse più come scrittrice e cronista della vita quotidiana. Del resto, concedimi un altro -sembra ardito-ma felice accostamento, con l'opera del cantautore genovese Fabrizio De andrè, che scriveva canzoni che parlavano proprio degli ultimi e, anche, se con tratti satirici, comunque con la stessa verità, perizia, tristezza terminologica che c'è in questa poesia. E lui parla di battone in "La canzone di Marinella, La città vecchia, Bocca di rosa, Via del Campo". Ascolta se puoi queste e altre canzoni di De andrè, capirai meglio tale accostamento.Ti assegno il mio voto e ti propongo uno scambio di giudizi, di idee e soprattuto di impressioni o di parole semplicemente, vista la tua intelligenza. Un bacione Serafico