11 MARZO
Mia è la città che respiro.
Mio il tempo con essa vissuto.
Mia nelle case e nelle piazze,
nei palazzi e nelle vie
che riconosco al tatto
e per gli odori e i colori di sempre,
come fosse madre e sorella
e moglie e amante
oggi violata.
Con te io piango
i vagoni squarciati
dalla follia della bestia barbuta
e i sogni interrotti
e gli affetti stroncati
e affondo nello sgomento
così forte da cancellare l’odio
e rendere vana ogni voglia
di comprensione.
yama