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Pubblicata il 18/03/2004
Prima che inverno con il giorno
consumi l’ultimo
bagliore nucleare e all’orizzonte
scenda come velluto il nero manto,
prima che queste cortecce senza parole
ma che vita hanno
e il respiro profondo dei secoli
assaporino, quasi vibrando,
l’ultima fugace fiamma,
prima che il mondo taccia
il suo crudele ghigno e l’urlo
tu sarai salvato
tu sarai
reso libero dalla Verità.

Luce eterna del Padre
sciogli queste catene
e dalla morte liberaci
da queste menzogne
che ci hanno fatto schiavi e il cuore
nostro fai più puro e forte,
miti i nostri pensieri.
- primo vagito poi risuona
su sonnacchiose palpebre -.


L’attesa dura da sempre
ed io non so
se la tua Assenza è più forte
già del mio cercarTi


Eppure ho ancora voglia di essere sopraffatto
dalle cose
dal tempo
da un suono limpido e improvviso
di essere sorpreso da un raggio benedetto
reso puro nello spazio
tra la vetrata e la fessura
dal vento che scivola via
fischiando tra la tromba e l’ascensore
ad annunciarmi il tuo ritorno.

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Seguace di Jah? Molto bella questa tua visione aggressiva sulla decadenza, controbilanciata dal finale dove auspichi quasi un rifugiarti nell'amnio protettivo di un ritorno che spiritualmente ti coinvolge e conforta.
Un piacere averti letto!
Un abbraccio
axel

il 18/03/2004 alle 19:53

Sono stato in passato un apprendista seugace di jah a tutto tondo, ma il titolo era un pò ironico.
Per il resto hai ragione. Il tema della decadenza e della redenzione per ora sono una costante di quel poco che scrivo e della mia vita.

ti ringrazio come sempre per l'attenzione e ti mando Un salutone
Antonio.

il 18/03/2004 alle 20:36