Parole ho sparso
come semi fecondi
sulle brulle zolle del tempo
ove i miei passi di sempre
avanzavano
verso il verde di germogli nuovi
a cui far dono
forse
del sapore del sole.
Parole alate
dal profumo di rose
e rassicurante sguardo
accendono stelle
sulla tela d’un quadro
già incompiuto,
sgorgano soffusamente
in ogni dove dell’essere
pur senza colmare
la vacuità di istanti intrecciati,
racimolati come briciole
fra le pagine della vita.
Quasi rubate,
fuggono da giochi di pastelli
che ad occhi chiusi
ho ricamato
su interminabili spazi
con inchiostro sanguinante di miele
da aloni di emozioni
prigioniere
fra lo scandire del presente ed il sogno.
E bastavano
sospiri di sabbia
a smuovere il mare.
Ed il sogno?
Quale colore, quale sapore
giace sulle preziose trame
dei suoi veli?
Forse sa di vento
che scompiglia i ricordi
ed i palpiti del cuore,
e di oceano
che danza sotto il sipario
d’un unico firmamento
a respirare l’infinito,
facendosi armonia e carezza
di sale, perle e polvere
sulle mani protese
di bambina.
Forse, è primavera
che volteggia libera
come magia di libellule
inebriando col suo velluto
il volgere dell’alba.
Oppure si cela
nell’applaudire di foglie
per un sorriso reciso
da un giorno lontano.
Si….i sogni….
Sogni sofferti e soffiati via
ma che ancora si forgiano
d’aurora,
di tramonto,
fra le orme
sfumate nella mente.
Li osservo luccicare,
scemare
in miriadi di forme e volti,
delinearsi vagamente
sulle acquee trasparenze
del cielo.
Altro non sono
che un universo da scorgere
dietro le quinte
di melodie d’amore.
E basterebbero
sospiri di sabbia
a smuovere il mare!