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Pubblicata il 17/03/2004
Il genio scolpì il dolore
levigando la dolcezza
tra le pieghe del tempo
che ti vestiva, oh madre,

che ancora oggi echeggiano
dalle schegge della pietra
le ultime sue parole:

Pietà per loro Signore
che non sanno quello che fanno

E non vedo sconfitte
ma trionfo d'amore
scaturito dai colpi secchi di un martello
e dalle dolci carezze di mano

E sotto le vesti
un piede timido spunta
a sostenere il corpo possente
sulle ginocchia

Perché l'unico istante d'abbandono
concesso ad un Dio Re,
sul candido marmo
fu immortalato dall'uomo.


OLIMPIA
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Grazie

P.

il 17/03/2004 alle 10:33


molto emozionante,piena di fede,questa tua poesia Olimpia
che rimanda all'uomo oneri ed onori per non aver accettatto a suo tempo un messia senza armate e cavalieri.
O no!!!!!!
un saluto
Antos

il 17/03/2004 alle 11:34

Lirica scultura, profondamente animata d'umano, degna "dell'originale", scritta splendidamente.
Saluti cari Olimpia.
Max

il 17/03/2004 alle 11:53

grazie Max, felice che ti sia piaciuta. :-)

Un abbraccio!
Olimpia

il 17/03/2004 alle 14:08

grazie del passaggio Antos :-)

Olimpia

il 17/03/2004 alle 14:10

grazie a te Pietra :-)

Olimpia

il 17/03/2004 alle 14:23

grazie Tina, è un onore per la mia poesia far parte della tua raccolta di "Le migliori pubblicate".

Un abbraccio anche da parte mia.

Olimpia

il 17/03/2004 alle 19:55