PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 11/03/2004
Nessuna muta di cani.
Inesistenti latrati alle mie spalle.
Niente che giustifichi la mia corsa.
Allora da cosa fuggo?
Tra sentieri che si spengono
nel crepuscolo della disperazione
fiancheggiati da alberi
che sfilano veloci
nel senso contrario ai miei occhi
offuscati dal vile inganno
avvelenati dalle spine
di un cespuglio d’acacia
finché inciampo in una radice
celata dall’erba bagnata
e cado prigioniero del pianto
simile al fondo di un abisso
le cui alghe mi trattengono
negandomi cielo e stelle.
I polmoni reclamano aria
risvegliando l’istinto
che sopravvivenza invoca.
Mi giro con gli occhi velati
guardando nodose braccia
che si perdono all’infinito
chiari simboli di morte.
E la rivedo leggiadra
rammento il suo giardino
profanato da labbra non mie
che avidamente scippano
il nettare di un fiore
un tempo dolce alla mia bocca.
Il domani non esiste
in quelle profondità buie
che il sole non raggiunge
niente può fermarmi
…ma tu chi sei?

La sua voce conosco!
Mi incita ad alzarmi
ad esser forte come…
come lei mi ha insegnato
e…tenendomi per mano
mi riconduce in superficie
mostrandomi il futuro
che un arcobaleno ricama
poi…ritorna in cielo
rimescolandosi alle stelle.

Dal vecchio diario:
Saby 1967
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...ancora una volta la tua introspettiva lirica colpisce tutto d'un fiato...
..bellissima e profondissima...
Hola
Marco

il 11/03/2004 alle 21:36

Senza parole... e non so se più per l'immedesimazione, o per il ricordo che mi suscita... per essere un orso, sei di una sensibilità poco comune, di quelle che fanno male, e non è facile scrivere del dolore, nel momento del dolore o nel suo ricordo, ne so qualcosa...
Buonanotte Cesare, a presto
Eros

il 12/03/2004 alle 00:53

di quanti sterpi e spine il nostro cammino è cosparso..di quante nodose radici su cui abbiamo ferendoci inciampato..ma ritorna la voce della speranza, desta da aurore di fiori ariconquistarci il cuorein un'attesa mai sopita..
bellissima, amico mio, bellissima"""
LUna

il 12/03/2004 alle 11:16

Ti guardi dentro, tirando fuori davvero tutta l'anima, facendocene dono con versi davvero splendidi amico mio, struggenti, intensi fino a lasciare sul serio il fiato a metà... forse perchè mi sembra di leggere righe della mia anima, cammini che sono anche miei... E perchè sento, ancora imprigionato nei versi, il sentire che li ha fatti nascere in te... Bellissima Cesare, mi è stra piaciuta...
Ora il tuo piccolo arcobaleno si mette a ricamare il futuro... quest'idea mi piace proprio... ;-)
Un abbraccio infinito,
Emanuela

il 12/03/2004 alle 13:28

Ehi caro Marco dove eri finito? Un grazie al tuo commento e un a presto.
Ciaoooooo
Cesare

il 12/03/2004 alle 18:21

Ehi, carissima Tina, non farti venire un infarto, sai che ci tengo al cuore della mia amata sorella virtuale.
A quei tempi lo stupito ero io, ma ormai è acqua passata e non volevo nemmeno inserirla perchè sembra una cosa costruita, ma non è così e allora soffrii parecchio.
Grazie infinite della tua gentilezza.
Un abbraccio Cesare.

il 12/03/2004 alle 18:27

Caro Eros, questa l'ho scritta un secolo fa, ed ora ritoccata pochissimo, ma il dolore che provai allora era come descritto e se tu ci sei passato...puoi capirmi.
Un abbraccione e un grazie
Cesare

il 12/03/2004 alle 18:31

Caro Lamberto, "Lei" era mia madre ormai andata ad aggiungersi alle stelle, una madre speciale alla quale volevo un bene da morire e per un po' sono morto con lei. Non puoi vedermi, ma ricordandola io sto piangendo.
Grazie amico mio
Cesare

il 12/03/2004 alle 18:34

La speranza aveva la voce di mia madre che amavo tanto e che ho perso a 19 anni. E per qualche anno sono incappato in amori sbagliati, in disavventure varie, tanto che il mio diario riporta ancora le lacrime come stigmate al mio cuore.
Grazie cara Lunetta, sei dolcissima.
Una carezza tremante d'emozione
Cesare

il 12/03/2004 alle 18:41

Grazie carissima Emanuela, mi dispiace aver toccato sentieri che ci accomunano nel dolore. Il mio ormai lontano nel tempo, il tuo magari più fresco, ma non lo voglio sapere, si legge nelle tue poesie.
Quella "Lei" era mia madre che era andata a brillar altrove un anno prima, ua madre che amavo un modo straordinario...perchè ho detto amavo? L'amerò sempre e aspetterò di rivederla un giorno.
Ah...l'arcobaleno era in quel caso un ponte di colori verso una nuova speranza di vita, ma l'idea ora piace anche a me, cara amica mia.
Un abbraccio e un sorriso iridescente
Cesare

il 12/03/2004 alle 18:50