...ancora una volta la tua introspettiva lirica colpisce tutto d'un fiato...
..bellissima e profondissima...
Hola
Marco
Senza parole... e non so se più per l'immedesimazione, o per il ricordo che mi suscita... per essere un orso, sei di una sensibilità poco comune, di quelle che fanno male, e non è facile scrivere del dolore, nel momento del dolore o nel suo ricordo, ne so qualcosa...
Buonanotte Cesare, a presto
Eros
di quanti sterpi e spine il nostro cammino è cosparso..di quante nodose radici su cui abbiamo ferendoci inciampato..ma ritorna la voce della speranza, desta da aurore di fiori ariconquistarci il cuorein un'attesa mai sopita..
bellissima, amico mio, bellissima"""
LUna
Ti guardi dentro, tirando fuori davvero tutta l'anima, facendocene dono con versi davvero splendidi amico mio, struggenti, intensi fino a lasciare sul serio il fiato a metà... forse perchè mi sembra di leggere righe della mia anima, cammini che sono anche miei... E perchè sento, ancora imprigionato nei versi, il sentire che li ha fatti nascere in te... Bellissima Cesare, mi è stra piaciuta...
Ora il tuo piccolo arcobaleno si mette a ricamare il futuro... quest'idea mi piace proprio... ;-)
Un abbraccio infinito,
Emanuela
Ehi caro Marco dove eri finito? Un grazie al tuo commento e un a presto.
Ciaoooooo
Cesare
Ehi, carissima Tina, non farti venire un infarto, sai che ci tengo al cuore della mia amata sorella virtuale.
A quei tempi lo stupito ero io, ma ormai è acqua passata e non volevo nemmeno inserirla perchè sembra una cosa costruita, ma non è così e allora soffrii parecchio.
Grazie infinite della tua gentilezza.
Un abbraccio Cesare.
Caro Eros, questa l'ho scritta un secolo fa, ed ora ritoccata pochissimo, ma il dolore che provai allora era come descritto e se tu ci sei passato...puoi capirmi.
Un abbraccione e un grazie
Cesare
Caro Lamberto, "Lei" era mia madre ormai andata ad aggiungersi alle stelle, una madre speciale alla quale volevo un bene da morire e per un po' sono morto con lei. Non puoi vedermi, ma ricordandola io sto piangendo.
Grazie amico mio
Cesare
La speranza aveva la voce di mia madre che amavo tanto e che ho perso a 19 anni. E per qualche anno sono incappato in amori sbagliati, in disavventure varie, tanto che il mio diario riporta ancora le lacrime come stigmate al mio cuore.
Grazie cara Lunetta, sei dolcissima.
Una carezza tremante d'emozione
Cesare
Grazie carissima Emanuela, mi dispiace aver toccato sentieri che ci accomunano nel dolore. Il mio ormai lontano nel tempo, il tuo magari più fresco, ma non lo voglio sapere, si legge nelle tue poesie.
Quella "Lei" era mia madre che era andata a brillar altrove un anno prima, ua madre che amavo un modo straordinario...perchè ho detto amavo? L'amerò sempre e aspetterò di rivederla un giorno.
Ah...l'arcobaleno era in quel caso un ponte di colori verso una nuova speranza di vita, ma l'idea ora piace anche a me, cara amica mia.
Un abbraccio e un sorriso iridescente
Cesare