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Pubblicata il 08/03/2004
8 Marzo, eccolo il giorno.

Il Giorno dedicato sarà,
o umile appare, un libero amico arriva,

a ricordar la natura, la vita, sorgiva.
Un giorno che poi passa
o che poi è facile mettere
dietro una giustificazione,

un sogno che però ci tien vivi
o che ci aiuta solo quando lo scordiamo
senza spiegazione.

La Donna, una festa della natura,
rappresentata e voluta, amata e sofferta,
da una data;

la Donna una festa eterna
che ci ama finchè si esiste,

si esiste sempre, in essa eterna compagna.

Potesse qualcuno voler ricordare,
non soffrire,
che la Donna, non solo servire,
ci può anche amare.

Il dolore si chiama sol quando anche essa
impara le armi usare,
del disprezzo e dell'imposizione,

subite, usate magari, ahimè, forse e pure,
verso chi vuol veramente
amarne la tradizione

Potesse il cielo aiutar anche il mondo,
potesse non lasciar a esso
solo la volontà del comando.

Basterebbe poco
(ricordiamocene sempre)
senza altri dolori,
mascherati da fasti,

per salvar
i pochi Angeli rimasti

TENAX
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