PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/03/2004
Ho cominciato questa poesia con un sbadiglio
pensando a quanto sono annoiato.
Questa non è esattamente una poesia
potrei usare un po’ più di metrica
ma la vita vera se ne sbatte della poesia.
Sento la tristezza del giorno domenicale
il silenzio mi ha sempre fatto compagnia
i miei occhi hanno il colore della mia solitudine.
Mi siedo davanti il camino
e allungo le mani per riscaldarle
non mi meraviglio della mia tristezza
non saprei darmi una spiegazione precisa
io amo la vita semplice delle cose.
I miei ricordi mi passano davanti
uomini con il volto infantile
amici che mi sono estranei
molti corpi femminili
e ripenso a piccole cose
frammenti veloci di volti, espressioni
e cerco una ragione per ogni frammento.
La mia mente è come un muro
una prigione senza luce
ha prodotto tutto quello che mi è intorno
tutte le mie scelte
ma un carcerato scappa o la fa finita
io invece non sono fuggito
sono rimasto qua e rifletto
e come un giudice mi osservo
in un processo di profonda trasformazione
in atto dentro di me
per questi svariati motivi ho la convinzione
di poter accettare ogni macchinazione del destino.
Adesso, finalmente ho imparato
a raccogliere il tempo passato
e a stare nudo e solitario nella mia prigione.
Sono stanco, ma adesso con le unghie
ho scavato nel cemento una piccola fessura, filtra luce
la mia anima non si vergogna più
ho incastonato un’altro tassello dell’enigma di me stesso
un’unica semplice verità il rispetto per la propria anima.
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