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Pubblicata il 06/03/2004
LA METROPOLITANA

È seduta tre posti più in la
lo sguardo fisso in avanti
i capelli biondi lunghi
che scendono morbidi sulle spalle
profumano
tutto di lei profuma
la guardo
attraverso il vetro
della mia bottiglia
anche nel verde è bella.
Quanto è che non tocco una donna?
Da quando sto qui
solo quella schifosa della Dina
m’ha toccato
per mezza gollata di grappa,
ma la Dina è come me
non è più una donna.
L’aria calda si sposta e soffia
arriva la metro
lei s’alza
un biglietto le cade
lo prendo
le corro diero
mi guarderà
mi parlerà
un cenno mi farà.
“ATTENTA SIGNORA”
strilla un cretino
cosa si crede che voglia fare?
“ATTENTA, È PAZZO”
… ma che sta dicendo?
Perché mi spinge?
Stronzo!
Non ha capito nulla
mi ha fatto inciampare
sto cadendo.
Il tempo si ferma
per un attimo
vedo il conduttore
che tira una manovella
è buffo
è paonazzo
mentre strilla:
“CAZZOOOO”
e poi più …
Nemmeno il tempo del dolore.


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sono felice che tu commenti in questo modo la pia poesia (che detto tra noi, non è un granche :-) come hai fatto con le altre di questo stesso genere ... spero solo che non mi scambino per un sinistro :-))))
bacio vento

il 06/03/2004 alle 19:53

grazie rossana, la volontà era proprio quella di immedesimarsi in una quotidianità sotto al naso di tutti ... senza colpevolizzare nessuno ... il barbone il tossico l'ubriaco sono responsabili di loro stessi ...
basta, la scora di serietà e impegno di questo mese l'ho esaurita.
un bacio vento

il 06/03/2004 alle 19:57