Perso è il mio racconto
nella madre-terra
perso il colorato sfondo
che soffrì dell'anima di un poeta,
l'eco misterioso
assoggettato al vento
per quanto fossero compatte
lacrime.
L'azzurra luce
dentro immagini
dei finestroni ciechi
nella vita che mai sorpresi
oltre l'ampio scrivere del sangue,
e la voce che singhiozzo
come chitarra
in accordo ad una storia
dello squassato cuore
al coprirsi d'illusioni
che la lussuria offre
del suo dolente orrore.
Sparso è lo spirito sacro
sparsi piccoli allori camminano
dentro la rete
l'aspra passione
e la verità spaventosamente
immorale.
Dove sono rose, mughetti
primaverili, l'anima mista dei cristalli,
brilla una grave stella
riversa nel buio
e sospira soltanto
come un figlio
risuona di solitudine.
Furono occhi (ma lo sono ancora)
vergini rami di fuoco
e non cessano d'ardere
l'uomo che sfuma.
Che sono?
L'ombra in processione
dello stesso suo sentire
o il copioso desiderio morente?