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Pubblicata il 03/03/2004

A voi mi presento
trascinato e temuto
da voci di zingari
o racconti gitani
che mi hanno portato fino agli amati.
Sentieri innevati
e lastre ghiacciate
di un rosso purpureo si sono truccate.
Labbra innocenti
su corpi dolenti
di libero peccato
hanno indossato vesti sapienti
e così ammaliati
da un’anima viva dal sangue rapita
versato in coppe colme di vita.
Questo è il mio canto,
un’antica profezia
di giorni passati ma vivi e ancora assetati.
Passeggio tra voi
di silenzio coperto
e nel buio attendo
danzando col vento.
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una poesia che è un affascinante monologo e che pare scritta pensando ad una sua lettura teatrale... bacione a te e complimenti.
Michele

il 03/03/2004 alle 17:56

eheh cosa esce fuori dal dormiveglia..... pensa un po ' grazie miky

il 03/03/2004 alle 19:34