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Pubblicata il 02/03/2004
E la vita va avanti.
Con o senza di te, di me.
Va avanti.
E la luna è la sempre stessa,
quella che tutti hanno visto,
quella che vedi tu, che vedo io.
E' il Sole che cambia, per te e per me.
E il vento.
Non ti sei mai chiesto perché ardono le tue vene,
l'energia da dove proviene?
Io l'ho fatto.
Ho ascoltato i violini del mio nord,
il brusio delle sue foglie
il canto del ruscello.
E piango io, e sorrido.
Sorrido e piango,
per non morire bruciata da questo vento africano,
io, ciclamino, un puntino colorato tra le nevi.
E tu?
Tu non saprai mai che sei fatto di vite e d'uva,
di pianure e d'alpi,
e di mare, placenta sacra,
da cui ti sei nutrito prima ancora d'essere un'idea.
Ma poi si sa che la vita è quella che è,
una danza, veloce e lenta.
C'è chi s'incontra e balla,
chi balla e dice addio,
chi non s'incontra affatto e non balla.
Oppure, balla da solo.
Ma una cosa è certa,
che noi due non danzeremo mai sul ventre di nostra madre insieme.
Due madri sono troppe.

OLIMPIA



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E' molto bella Olimpia......mi ha commosso questo mondo in cui hai descritto l'essere madre con tutto il suo carico di dolore e gioia, con tutto il suo carico d'amore e d'umanità, con tutta la tua consapevolezza e la dignità che la porta alla luce.
Rimani splendida così nella vita.......è un augurio per te e per le persone che t'incontreranno

ciao
Sulphur

il 02/03/2004 alle 18:40

La madre vista come persona che accomuna il genere umano, unico comune denominatore della nostra vita e del nostro essere. Brava, hai scritto un atto d'amore alla madre e alla maternità.

il 02/03/2004 alle 23:39