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Pubblicata il 27/02/2004

Era seduta sulle gote del tempo

ed ingoiava solitudini e silenzi

mentre il giorno si apriva

a coda di pavone


Minuta quanto una statua cinese

la dama mise il piede sulla grande scacchiera

spinta dalle mosse del vento


A metà strada, tra il bianco ed il nero,

incontrò un fante che le suggeriva i colori

da stendere al sole


E sillabava la gioia e il futuro

sulle note di un canto straniero

nell’attesa dell’abbraccio

di un arcobaleno.


OLIMPIA







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Quasi un giocar a scacchi in maniera sublime, versi che si bevono come rosolio tanto son delicati e belli.
Complimenti!
Ciao
Cesare

il 28/02/2004 alle 11:13

grazie Cesare, sei molto gentile.

Ciao!
Olimpia

il 01/03/2004 alle 16:07