Amica mia,
che ascendi i pensieri miei
e rapisci verso mete lontane,
pronta a confortare nel dolore,
sono qui, ancora,
nel cuore della notte, desto
mentre spilli aguzzi
violentano la carne.
Ho provato a pregare,
ho provato a zittire
lamenti eterei,
urla di ombre,
ma gli occhi si aprono
e la notte è dì ancora…
e non ha fine
il silenzio che, con rabbia,
amplifica il mio affanno strozzato.
Ma per fortuna
trovo ancora, segreta,
la forza per parlarti
e vederti scorrere
in rigagnoli d’inchiostro,
mentre, pian piano,
la natura si desta
e tornerà l’aurora…