S'annera il crepuscolo
che palpebra ancora gli ultimi sguardi
di luce calda; io, solo,
m'inchiostro in versi stonati, pieni di me
che pulsano d'inquieta
allegria come amari accordi azzurri.
E d'ombre malinconiche s'affresca
l'atmosfera che piove
grigiorosa riflessi e luce fosca
in pozze secche d'acqua;
liquido, il silenzio riposa dove
gelidi tacciono nembi e parole.
Io, per me, non amo le sillabe vuote,
e soffro quel fatuo vociare e triste
che abita erbose bocche
d'indifferenti e viscidi suoni:
stride l'umanità delle parole
con l'ipocrisia grigia
di mediocrità perfette!
E come il tempo rotondo
m'incurvo in spirali e solitudini
infinite che in questa
nebbia
esistenziale
ancora si cercano.