Dell’antico mondo
un lembo s’apre
e tuniche e clamidi danzano
nel tempio di Afrodisia
madre d’Amore
e di Marte dolce amante.
Avevo io chiome violette
e occhi trasparenti,
con le vergini di Efebo
ho danzato e cantato,
i loro seni accarezzato.
Adesso
dormo nel mio bosco incantato
e se volete dal mio sonno destare,
datemi
d’ una casta fanciulla una bacio
e per sempre
io vi potrò amare.