PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/02/2004
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E così fosti catturato
libero cervo di bosco.
Ombra e ricordo di ciò che fosti
ora dilaniato da denti sconosciuti.
Qualcuno si ricorderà di te?
Ma gli animali non hanno memoria
e neanche gli uomini.
Ombra di te stesso
non fuggisti dalla città
che si espandeva
e fosti cacciato.
Altri cervi laggiù vivono,
tu preferisti rimanere vicino
alle nuove creazioni
per scrutarle da vicino.
Scelta troppo umana
per te, che troppo tardi capisti.



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Ciò che sognai
per lunghe notti
lunghe attese d’alba,
che mi era a portata di mano,
che la mie dita stanche potevano toccare
traendone beneficio,
che i miei occhi accarezzavano
pur non vedendola.
Emulsione purpurea tutt’intorno.
Credo mi riposerò un po’ seduto
sotto quell’albero solitario.
Stanco della ricerca
diventerò il ricercato,
stanco della vita
diventerò la vita stessa,
stanco dell’amore
diventerò il sentimento supremo.



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Ed ancora mi ritrovo.
quel giardino di sogno tutt’intorno.
Nera notte puntellata di lucciole.
Nera notte puntellata di speranza.
Ma più vivo in questo paesaggio fiabesco
più mi accorgo che quella tenebra,
nella quale riposano il salice ed il fiume,
si tinge delle sfumature del blu.
Colore di morte e colore di vita.
Allora nuovi dei sorgono
e lo spirito si eleva.
Unica discinta tempra di eroici spiriti.
E da me sbocciano le mie stelle
rilucenti di bagliore proprio.
E da me anche i satelliti dei pianeti
che gli portano poesia.
Ultimo giardino in un deserto
senza fine.



35

Cammino in quella che si presenta
come una città in rovina
ombra di ciò che è stata.
Edifici di nero impenetrabile
la cui effimera bellezza
è svanita nel tempo.
Il sangue unito alla polvere,
avvampa i polmoni quest’aria di morte.
E nella piazza
ciò che fu un luogo di culto per fedeli
ora ridotto ad un freddo pianto di macerie.
E ciò che fu
si affolla nella mente
riportandone le immagini di prima che rinascessi.



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