Uccello variopinto che solchi
I miei pensieri
Con voli radenti.
Ti ho visto nel nido sull’albero,
Implume,
Come il mio corpo
Sulle cime del mondo.
Ti ho visto guizzare tra i rami
Dei sacri olmi.
Ti ho sentito crescere
Palpitante, frenetico, titubante.
Venire deriso nei giochi scoloriti
Dal tempo.
Usato con tedio e peccato
Celato dall’ingrato costume,
adesso ti prepari
all’inverno.
Ma spesso, quando
l’acuto canto del gallo
si leva garrulo nel mattino
ti sento agitato, forse nostalgico
mio caro uccellino.