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Pubblicata il 10/02/2004
…Non so perché
t’immagino teso
all’ascolto
di questa stessa
tetra ora,
che batte
come la goccia
dell’acqua piovana
sulla morte
d’una pozzanghera,
come se entrambi
vivessimo
nell’esilio del Tempo,
penso al tuo viso
stupito fra queste ore,
alla mia tristezza,
ed una lacrima
riga silente
il mio volto,
ma non è Solitudine…
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Con dolcezza la Tua poesia mi comunica cose che anc'io ho vissuto in modo così intensificato fino a farmi risentire il miracolo supremo della vastità dell'esserci in Amore.
Bella

il 10/02/2004 alle 18:09