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Pubblicata il 10/02/2004
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Fredda consapevolezza
di colui che non possiede più
nessuna fiducia
nella società sua contemporanea


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I
Paesaggi in sogno.
Toni bluastri d’inenarrabile meraviglia.
Discostamento da ciò che è.
Compitezza della volontà.
Sublimi fiumi di miele
serpeggianti tra colline silenti.
Notte stellata di sdrucita fedeltà.
Distese erbose notturne.
Avvalorazione dell’onirico.
Fragoroso dirompere di colori freddi
tra il riferimento puntinato…
Visione opaca di esistenze sperate
ed oscuro desiderio taciuto.
Ricordi e figure impongono il loro ritorno.
Ambage di difficile dissimulatezza.
Il vaniloquio di un matto.

II
Silfidico movimento
e forzata leggiadria del ricordo
giustificano la paura di esso.
Il terrore dell’innamoramento
forte risuona nel paesaggio edenico.
Il terrore dell’infondatezza
di tale sentimento
aleggia nell’insanità.
Forme belle sfuggite del momento.

III
Facile diviene innamorarsi di un ricordo
e difficile l’accettazione
della non essenza.
Legato ad un’ombra della memoria
mai il sole luciferà questa notte immota.
Facile diviene mantenere posizioni
salde
a riguardo del non comprovato.
Grigio muro posto innanzi.

IV
Lento riscivolare nel delirio della follia.
Perdita di punti saldi ed appigli.
Vaneggiamenti solipsistici
di onirismo incipiente.
Perdita di contatto col reale.
Abbandono all’essenza accomunante.



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Incubus

Fragili seni tredicenni,
appena accennati,
si concedono con precoce lascivia
al risvegliarsi di desideri sconosciuti
eppur facenti parte dell’intimo essere
da sempre.
Deassopimento di sinergie nascoste.
Movenze carezzevoli.
Dal sé per il sé.
Unicità solipsistica.
Ed innalzarsi del desiderio personale.
Pensieri furtivi
indirizzati al taciuto,
riscoperta della sessualità.
Infantilità di pulsioni nuove.
Unificazione di corpo e spirito
nella trascendenza della materialità.
Labilità di sete appena tessute
e preludio di pezze logore.
Cronologia di un incubo
Dalla vita alla morte
in un istante di lunghezza vitale.
Perdita della purezza natia.


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Vorticare di colori sbiaditi…
le pareti, il corridoio, il soffitto e le porte
squagliando e fondendo in un’unica indistinta forma.
La luce già fioca si fluidifica con il turbinare indistinto ed opaco del tutto.
La sensazione preponderante di opaco,
d’indistinto liquefarsi sfociante in un aberrante essere vivente
pulsante, bramante di vita.
Assuefazione allo stato di cose.
Lento ed inesorabile goffo strisciare di quella bestia.
Il suo avvicinarsi.
Sentirla respirare e grattare con le unghie…
Il suo lento avvicinarsi.
Come se si stesse fluttuando in un liquido amniotico offuscante.
La realtà che si perde e di dimentica.
Il suo veloce avvicinarsi.
TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TACTACTACTACTACTACTACTACTACTACTAC
Respiro difficile ed affannoso.
Perdita del soffio di vita.
Arsersi della gola e perdita della parola.
Un grattare lento ma persistente delle unghie in seminato fatalmente nella testa.
Liquefacimento delle percezioni ottiche.
Gira… gira tutto… il tutto cosa?
Vita. Morte. Eros.
Ricordi di follia.
Case ed alberi ad intervalli.
Seni appena pronunciati e tavole imbandite.
Perdita di cognizione.
Vorticare di colori.
Avvicina… avvicinarsi
Grattare con unghie insanguinate.
La nascita della bestia.
Sangue che chiama sangue mai dissetato.
Cresce la sete e con essa la vita..
Sorrisi su volti di bambine deliranti.
Febbricitanti menadi pre-adolescenziali
al seguito di un Dioniso folle.
Giullare della morte.
Perdita,
Perdita,
Vorticare e liquefarsi girare e contorcersi.
Tensione e stupro.
Stupro e vita.
Stupro di vita.
Perdita, picchiata e discesa,
ripresa e discesa
ed ancora discesa.
Visione ilare.
Occhi sgranati.
Follia.
Perso il tutto di ciò che è.
Sé stessi nel cosmo.
Colori tutt’intorno abbraccianti,
abbacinanti,
confondenti gli occhi e le mente.
Vorticare,
contorcersi e grattare.
Manicomio inconcludente.
Crocifissione forzata
e volontà.
Delirio

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