Nerastro, nel vento,
lontano si perde un latrato;
e l'aria ha quel grigio
sapore di morte
che resta in gola,
in attesa, maligno.
Muti, bradipano i giorni
a rammentarmi
il tempo più acerbo
che gocciola ancora
immagini e melodie
e verdi parole di nebbia.
Macerie di lune sommerse;
lento l'oblio leviga i lamenti
in perpetuo mutarsi di forme
che l'occhio a malapena distingue.
E per sfuggirti
m'arrampico
alle mie profondità silenti, invano.