Corre la mano
nel giaciglio,
corre, e leggera
accarezza il cuscino
che un giorno accolse
tu, che dormi altrove.
Rombo di motore:
duecento all'ora
nella nebbia del nord,
rombo di cuore
un giorno tornerò,
la nebbia dirada e penso
la corsa della vita
che vita mi preme
e m'assale, prepotente,
la voglia per sempre.
Accarezzerò ancora
e sarà carezza vera,
e la mano nella tua,
persuasi, attenderemo
il di che nasce,
tramonta e muore
e di un sol coro
diremmo altri
non posso se non
di noi, inebriati
del futuro attende
e del domani,
sicuri, saremo.
Marco