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Pubblicata il 07/02/2004
4

Marasma altalenante
di fondamenta malferme.
S’avvicendano giorni e notti
Ad ore indistinte e sfuocate.
Fantasmi di antiche fissità temporali
ormai dimenticate…
Forse mai esistite.
Il pendolo del tempo
oscilla abulico
nel vaniloquio dell’essere.
Germina il caos
inseminato nella mente.
Ogni loquela ridotta ad una deissi.
Asserzioni incipienti.
Folleggiano gli uomini.
Disomogeneità spettrale e sconsolata.



5

Solstizio D’Inverno

Solstizio d’insostenibile gelo
notte di passioni infiammate
irragionevoli diavoli sussurranti
portano al mio orecchio sospetti infondati
rivelazione del vero,
e suo discostarsi dalla realtà sperata.
Sperai in una verità ben diversa…
Chi voglio prendere in giro con il mio orpello?
Sperai ciò che l’inferno sperava per me,
ciò che demoni incatenati nel cocito
dell’illusorio e dissimulante mio pensiero
desideravano con alterigia sovrana.
Imposizione sull’essere altrui
e mia incipiente delizia a tale raggiungimento.
Crogiolarsi del sé in una sensazione ripudiata.
Giurai al vento una parola decaduta,
sul padre e sul sangue posi il mio veto.
Dissacrai entrambi col mio rifiuto.
E l’inferno con le sue tentazioni sempre più prossimo.
Raccolsi io stesso il frutto del peccato
e fui felice di farlo.
L’esaltazione del momento
e la delizia ti tale ricordo
ancora divampano nel sé.
Strana notte bussò allora alla mia porta
arrogandosi il diritto di entrare ed al mio desco sedere.
Mai invitata e mai creduta fu tale grama ospite,
ma quale calore nel trattare l’ospite indesiderata.
Un tintinnio d’improvviso
i flebili campanelli di una mia moralità
pur moribonda ancora respirante di vita.
Un richiamo all’apparente ragione.
Unico appiglio prima del baratro
sull’orlo dell’abisso un ultimo scoglio a cui ancorarsi.
Decisi di affidarmi alla corrente di ghiaccio
volai nel nulla spaziatore
piangendo in silenzio lacrime di fuoco.
Ira e pregiudizio
rimpianto e rimorso commisti
nel vorticare di un’anima straziata.
Affidata alle correnti distruttici
nel lungo cammino verso la perdita risolutiva.



6

I°Movimento

Come fuoco,
divampare di fiamme d’inferno,
precipitato dal cielo
sulla terra, ristagnante
d’umana ipocrisia.
Notte luciferata a giorno
Dalle città come dai paesi
Sguardi levati al cielo
Eretti grettamente dalla miseria alla miseria.
L’esplodere ed il balenare dalla collera di dio,
sdegno decadimentoso,
infuocato il cielo fattosi carminio
nella notte di San Michele.
Visione edochiana,
apocalisse! E miseria umana.
Rinnegazione del sapere
A favore di una spenta fede.
A terra
L’angelo un tempo prediletto
Gettato nel fango e nella polvere.
Arde nel suo corpo un cancro oscuro
Ali cheratosiche fattesi nere
Ormai macilente e rattrappite
Inadatte a volare.
Decadimento e depravazione.
Divampa l’ira
Cresce l’osceno
Innalzarsi della consapevolezza egocentrica.
Muori!
Ringhia il figlio dal recesso del suo esilio forzato.
Rinnegatore del libero pensiero individuale.

II°Movimento

Guarda ora il figlio
Libratosi dal tuo futile oscurantismo.
Nella disgrazia ma non nella fine
Caduto
Dal cielo alla terra.
Bestemmiando verità scomode,
agli occhi del cielo.
Con la condanna massima
Punisti chi cercò la verità,
l’esilio sulla terra
tra gli uomini.
Ma dal fango a manciate di polvere
Urla l’ira diuturna
Di certo riscatto…
…avranno infine il loro riconoscimento


7

Occhi Bordati Di Blu

Occhi bordati di blu
risultarono vicini quella notte
Solstizio invernale stranito ed inatteso.
Occhi bordati di blu a portata di mano…
E stretti pur contrastando il volere personale.
Occhi slanciati a grande distanza guardavano
la direzione sempre la stessa.
Erano altri i desideri eppure
infranti con poco sforzo.
Erano ben diverse gli atteggiamenti a riguardo
ma non cambiò nulla questa presa di posizione.
Occhi non voluti furono quelli appartenenti a quella strana notte.

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