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Utente eliminato
Pubblicata il 03/02/2004
Tornerò non con parole banali
ma nei versi di una poesia,
un suono antico e melodioso.

Sarò nel respiro del vento
delle caldi notti d'estate,
tra gli amanti che fissano le stelle.

Ti accarezzerò al tuo risveglio
nella luce del mattino,
che squarcia il velo delle tenebre.

Ti strimgerò le mani
abbracciati sul promontorio,
avvolti dal profumo di salsedine.

Il mare che urla e biancheggia
custodirà i nostri nomi,
impressi dall'amore sulla sabbia.

Tornerò ...,
non è vana promessa
ma realtà.

Quando sarà però,
lo farò aprendo
i portoni della notte,
cercando orecchi come Patria
e un cuore come casa.

Ma TE saprai ascoltare?
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Strano poema in rima sparsa, caro Giacomo, che segue una corsa misteriosa... come un filo logico che cade puntuale nella metrica asimmetrica.

'cercando orecchi come Patria ... e un cuore come casa.. '
Immagini .. davvero impressionanti.

Ti auguro davvero che la persona cui è dedicata sia in grado di aspettarti... di ascoltare ancora il suono del tuo canto.. ed il mare che custodisce lieve i sogni di due amanti innamorati.. e i loro nomi fissati nel profondo di un oceano sperduto chissà dove.. gelosamente sepolti per rimanere immuni dalla gente.
Te lo auguro davvero, perchè raro è trovare chi sappia aspettare così tanto che anche dopo, magari, 53 anni ed una manciata di mesi sappia godere della vita che gli resta..

(Bello che io odio chi psicoanalizza le poesie.. ma stavolta ho seguito l'onda del pensiero.. scusami.)

Irene

il 03/02/2004 alle 19:46

....triste per il significato che attribuisco a questi tuoi versi.....sembra un ritorno dalla morte, usando cio' che è vita per comunicare amore e presenza....
triste si....ma toccante.....in effetti pare che la tristezza nelle poesie tocchi di più di una sana ridicola risata....
Un caro saluto
Mary

il 03/02/2004 alle 20:49