...ch'invano tenta
la valvola d'uscita
e poco importa
il tessere del ragno
se si
osasse il fogliame
di brina terso del mattino
sgomento si dovrebbe e pianto
almeno in due
di quei vuoti corpi
come sacchi di iuta
del dolore al rigonfiarsi
d'anima succhiati
e d'oceano implacato
galleggianti boe
ai pescatori dell'artico disciolto
sì che a noi che giunti siamo
dalle porte di trionfo arcate
africa fame e alloro
coperchio islanda fa
e ai terracquei abissi
per imbolliti spiriti
come creta fondante
e sotto i muschi
in acqua dolce ammolla
dov'anche il deserto verdisce
all'oasi addunato
purchè dei venti provvida divinità
lontano tenga
l'essere immondo e inconosciuto
dal mio giardino in fiore
perchè è adesso in islanda
l'ardimento che sosteremo
in antri oracolo chiesti
erbe a cucinare
e d'ogni fede dentro
le diroccate pievi in cerchio
del sorriso ai focolari
persone intorno
ch'è sacro il sicomoro
albero
ritratti di gruppo
le dimore della vita
limbo chissà di poesia
come quando parole
non vanno
non vengono
e non sanno ascoltare
l'islanda del cuore
così battito che scorre
dal diserbato senso
e
taciti i merluzzi
di saline e miniere all'affiorare
"simile a ricamato unico squillo
che indietro non si volge
strano non mi addolora
questa islanda dai malconci colori
forse
promettere alle stelle
il giogo della sera è facile magia
che nulla costa al pianto
se a due once di voglia
fermagli pone bizzarra
o musa d'amore una cipolla"