PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/01/2004
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Camice bianche e cravatte rosse
S’investono di gloria fondatrice
Inventate vocazioni personali
impantanate nell’assurdo
L’irridere la marmorea convinzione
priva di fondamenta
Credettero di essere padre e madre
e fabbrica e stimolo
e modello e professori
Ma furono a torto solo quest’ultima



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I quiz show ci regalano le fantomatiche vetrine della nostra quotidianità, venditori dal bel viso ci offrono la saturazione dei nostri sbiaditi bisogni; la tranquillità ha lasciato il posto alla noia, il tedio del benessere assunto a giornata; il feticcio prezzolato come raggiungimento, il progressivo accrescersi della febbre dell’oro nell’Eldorado della frenesia presente; l’inizio come la fine, o viceversa, l’obliare l’ovvio nel compiangimento della routine

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Quella era la noia.
Mettiamo in chiaro le cose... quella non era la “noia”.
C’era stato di peggio e ci sarebbe altresì stato qualcosa di peggio in futuro.
Ma quella era la noia.
Torpore, stanchezza fisica, stanchezza mentale, oltre che un generale senso d’inerzia.
La mente con preoccupante lentezza spazia celermente tra le infinite possibilità del pensiero.
Sussiste comunque la pressante consapevolezza di un impossibilitarismo materiale.
Quando vivi una condizione del genere tutto è opaco.
Vivi in una nuvola, in una continua moviola.
“Ciiiiiiiii ssssssseeeeeeeiiiiiii? Sssssssssuuuueeeeiiiiii ssssvvvvveeeeegggllllllliiiiiioooooo?”

Alt

Ogni cosa è buona e valente per far passare il tempo, è un’opportunità.
1-Prendi la matita
2-Gioca con la matita
3-Spezza la matita
4-Riponi i pezzi della matita
5-Riimmergiti nel torpore
Comincia la lunga rincorsa all’intrattenimento.
Tutto si riveste di una nuova facciata, è come se fossi lì lì per afferrarlo, pur non sapendo con esattezza “cosa” stai per afferrare, in fondo non importa.
Sogno di dormire abbandonato
in uno di quei materassi ad acqua,
piumino d’oca coprente il mio corpo nudo

Sveglia! Questa è la realtà bello!
Prendi il tuo bel telefonino cellulare, decidi di mandare uno di quei malefici messaggi, spersonalizzazione e maschera, perdi l’ispirazione, riponi il cellulare, prendi un foglio bianco verginale, ti fai prestare i colori, cominci a scarabocchiare quello che dovrebbe essere un disegno, stracci il foglio, ridai i colori, cominci a leggere, chiudi il libro, testa sul banco...

C’è una pericolosa lucidità in tutto questo.
In fondo sai di star girovagando tra lazzi e quisquilie per far passare i minuti... eppure lo fai... eppure lo fai...

Ogni cosa è buona, ogni oggetto te ne dà il pretesto; consumi qualsiasi cosa ti passi sottomano.
Giocherelli con tutto...
e aspetto una conclusione giornaliera






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Sto cercando un me stesso incontaminato nella trasposizione di un corpo privo d’esperienza.
Ora ne sono consapevole, la mia ricerca di purezza si spinge fino al baratro del “non fatto”.


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...dio mio come è difficile da capire questo scritto...posso immaginare come sia altrettanto difficile comprendere se stessi... un bacione!

il 27/01/2004 alle 08:26