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Utente eliminato
Pubblicata il 21/01/2004
Dal finestrino
Specchiando mi contemplo
Il paesaggio dietro la mia effigie
Sfila rapido e non mi tange.
Sono io quella
E il vetro è barriera
Al mio non essere
In alcun luogo.
E gira il mondo in me
Fuori di me ruota
Regolare, inesorabile, cronometrato.
Campi deserti e desolate colline,
Cascinali di mattoni rossi
Diroccati, silenziosi, abbandonati forse
E l’erba cresce ovunque, fuori.
Muta compagna di viaggio è
L’illusione che l’amore esiste forse,
(da qualche parte)
E viaggiando sorrido.
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Un viaggio stupendo nell'interiorità dell'anima vista attraverso il finestrino di un treno, ma forse ho inteso male. Comunque sia una poesia bellissima.
Una carezza
Cesare

il 21/01/2004 alle 20:11

Bella poesia, universale il tuo viaggio, le tue metafore splendide, fra tutte "Sono io quella
E il vetro è barriera
Al mio non essere
In alcun luogo. "
ma anche i concetti seguenti, del mondo cronometrato ecc, sono splendide immagini. Il tuo linguaggio qui diverso è ugualmente efficace, segno di una maturità poetica raggiunta da lungo tempo, ma forse te ne sei accorta solo ora...
Bacini...
Axel

il 21/01/2004 alle 20:59

chiudere gli occhi e lasciarsi scivolare mentre le viosioni esterme hanno colmato l'anima e l'anima si colma si pensieri...
un grande abbraccio nell'illusione che non ci sia illusione
LUna

il 22/01/2004 alle 19:06