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Pubblicata il 21/01/2004

Vagando senza meta

non conta più dove mi trovo

il piede si contrappone all'altro

concedendosi camminate

che non giungono a nulla.

Occhi guardate

eludetemi all'obbligo di pensare.

Lui non c'è più...lui è partito

in un celestiale volo con Gabriele.

Arrivo a conoscere

ormai il dolore che mi attanaglia

la mente.

Alla fine chiedo alle cose,

le più belle, spostatevi !

Voi non ci siete, non esistete.

Ma è proprio questo

che mi sono costruita attorno

e sono sicura di non volerlo lasciare più.

Chi incolpare per quello che mi è successo?

La guerra!


*** a te pilota che volavi nei cieli della ex-Jugoslavia, al tuo grande lavoro... di solidarietà per il popolo affranto dalla guerra, alle tue cento missioni all'estero, tu mi dicesti: tranquilla è tutto sotto controllo!
Ma l'uranio impoverito miete a poco a poco le sue vittime.


Alexia






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Una lirica intensa e carica di pathos nella quale il tuo smarrimento di fronte a quel che è successo si può percepire in ogni verso
Un caro abbraccio
Carmen

il 22/01/2004 alle 09:59

Nella misura poetica, il tuo stile è eccellente ad esprimere un grande dolore per una perdita, con immagini molto sensibili e coinvolgenti...
In quella puramente umana non posso che dedicare un pensiero a lui e a questa tragedia che ha colpito molti soldati e altri innocenti, e a te non posso che lasciare un abbraccio affettuoso.
Axel

il 22/01/2004 alle 12:57